Ancora una volta mi soffermo a parlare di quanto sia importante, per noi che viviamo questo tempo e per i posteri che verranno, la conservazione e la conoscenza della nostra storia appartenente al secolo scorso. Più precisamente mi riferisco al periodo che precedette e seguì le Seconda Guerra mondiale qui in terra di Sicilia. Contrariamente a quanto possa sembrare, gli estimatori e i desiderosi di approfondimenti non mancano e si trovano a tutti i livelli di età e sono tutti molto interessati al costume, alla vita, alle cose comuni di quei giorni, alle riviste, alle testimonianze rimaste di quel periodo. Voci a volte contrastanti sulla base dei ricordi che ormai vanno pian piano evanescendo, ma tutti sono concordi nel classificare questa esperienza di vita, diretta o indiretta molto importante ed interessante, meritoria di essere approfondita, studiata e, soprattutto conservata. Mi preme mettere l’accento su questa ultima parola in quanto sembra quasi che, non ostante una legge sulla tutela dei Beni Culturali (Codice Urbani) permetta di far rientrare a pieno titolo questi anni del secolo scorso in un processo di attenzionamento e tutela, dicevo, sembra che vi sia una sorta di fatalismo su tutto ciò che ancora è presente e che ricorda quegli anni, soprattutto a Palermo. Dico a Palermo in quanto in altre zone della Sicilia si è mossa molto di più di qualcosa e ne è un esempio eclatante il bel “Museo dello Sbarco in Sicilia” che è visitabile a Catania; ma anche Ragusa, Augusta e l’hinterland di queste incantevoli città possiede una serie di piccole realtà museali che meritano una visita. Forse la troppa quantità di storia, le prime tracce addirittura si ascrivono alla “pre” istoria palermitana, vedi grotte e insediamenti con selci e terrecotte, e poi i Sicani, i Fenici, i greci, i Romani, gli Arabi… e chi più ne ha più ne metta, portano le Istituzioni deputate ad una sorta di ragionamento del tipo… “ma con tanta roba di valore che abbiamo intorno, possiamo metterci a salvare e preservare anche i bunker o quelle cose che ricordano la storia quegli anni?” La risposta ritengo che sia scontata ed è si!, per tanti motivi e per mille ragioni, ma principalmente perché è la nostra storia e fa parte di quel bagaglio culturale che deve appartenerci e che nessuno può far si che cada nell’oblio o, peggio come purtroppo accade, venga distrutta. A Pantelleria il maestoso hangar in galleria creato all’aeroporto da Pier Luigi Nervi, nome che vanta in Italia tutta una serie di strutture che hanno fatto scuola, è stato conservato e fa ancora bella mostra di sé offrendo spunto a laureandi per i loro studi e dottorati. Anche se tutte le opere di ingegneria militare non hanno paternità cosi importanti ritengo che comunque vadano protette per le future generazioni. Per fortuna i collezionisti intervengono per la loro parte conservando il più possibile e c’è che chi, lo conosco personalmente, ha lasciato intatto un bunker ricadente nella sua proprietà quale testimonianza di un passato recente da preservare e che ci appartiene. Speriamo bene e tanti Auguri di Buon 2021. Attilio Albergoni 2020©
Disegno tecnico di una postazione conservato presso l’archivio AUSSME di Roma©.